Da quello che sembra soltanto il capriccio di un bambino prende avvio un’avventura straordinaria, quella descritta da Calvino ne “ Il barone rampante ”. Ma ha inizio anche un’altra storia, quella di Kriby Kriby, ragazzino di undici anni dalla fantasia accesa e un’ardente passione per i libri. Cosimo - il protagonista del romanzo di Calvino - è il suo eroe, e tanto sbrigliata è la sua immaginazione, da smarrire il confine tra realtà e finzione, identificandosi con il personaggio da lui tanto amato, di cui rivivrà, a suo modo, le avventure. Attraverso l’incontro con alcuni personaggi chiave della vicenda - l’Abate Precettore, il primo amore Viola, il brigante Gian Dei Brughi, la conturbante Ursula - Kriby sperimenterà le difficoltà della crescita, del “diventare grandi”, ma imparerà anche il valore dell’amicizia, l’intensità dell’amore, e soprattutto a guardare la realtà senza pregiudizi. Tutto ciò che lo circonda, visto dall’alto, ha una forma nuova; guardare da un altro punto di vista (nel suo caso, dall’alto, come Cosimo dagli alberi) aiuta asuperare le false convenzioni e a vivere la realtà, ad accoglierel’altro, il prossimo, per quello che realmente sono.
L’arrampicatore ribelle è anche un omaggio alla letteratura - e all’arte in generale - come esperienza di crescita, come fuga dalla banalità del quotidiano, come manifestazione della fantasia e delle potenzialità nascoste. Stando bene attenti perché questa “fuga” non sia definitiva, ma conduca ad una più matura e consapevole assunzione delle proprie responsabilità - come alla fine comprenderà anche Kriby Kriby decidendo di tornare “ nella realtà ”…