M – Io sono caduto!
P – Cos’è che si prova di preciso?
M – È un po’ come quando resti senza fiato davanti ad una cosa bella!
P – Io non sono mai caduta! Mi piacerebbe provare!
La messa in scena di “Da quali stelle siamo caduti!?” nasce dal desiderio di sconfiggere la solitudine e da una invenzione.
La situazione di partenza viene dal celeberrimo racconto di Antoine de Saint – Exupéry, “Il piccolo principe”. Monsieur, infatti, caduto dalla sua stella in una sorta di non – luogo a lui completamente sconosciuto, si ritrova da solo e, immediatamente, esprime il desiderio di non esserlo. Fanno la loro comparsa, allora, due bizzarri individui con i quali darà vita ad una serie di situazioni, allo stesso tempo, toccanti e comiche fino ai limiti dell’assurdo.
Come spiegare, attraverso un gioco, cosa vuol dire “effimero” o cosa sia la “nostalgia”?
Come è possibile ricordare fatti che non sono ancora accaduti?
Da queste ed altre domande siamo partiti e “messi in gioco nel tentativo di cavarne un gioco” le cui regole abbiamo inventate, codificate e, di volta in volta, stravolte. Tra teorie scientifiche e acrobazie dell’immaginazione, ne abbiamo esplorato tutti i possibili risvolti e sviluppi in forma giocosa pur conservando quella vena di struggente nostalgia che alimenta la potenza evocatrice e poetica dello spettacolo.
Quella che ne viene fuori è una sorta di favola surreale la cui ambientazione, intesa come spazio fisico e mentale in cui si colloca la storia, è piuttosto un luogo del cuore. Essa è infatti, suggerita da pochissimi ed essenziali oggetti di scena, come la panchina e gli alberi, ed è evocazione e re – invenzione dell’immaginario del disegnatore francese Raymond Peynet. L’umorismo e la poesia di cui le sue opere sono intrise sono stati nutrimento in tutta la fase di elaborazione dello spettacolo, sia in fase di scrittura sia nella messa in spazio.
“Immaginate cosa sarebbe una vita senza amore. Giorni e giorni senza sole, notti e notti senza stelle. L’amore è necessario alla vita quanto il sangue che scorre nelle nostre vene. Per questo ho creato un piccolo mondo tutto particolare fatto di sogni, d’amore, di poesia”.
Raymond Peynet