teatrale
Una commedia in due atti scritta e diretta da Paolo Caiazzo che né è anche il protagonista. Con lui sul palco Carlo Caracciolo, Daniele Ciniglio, Cinzia Cordella, Francesca Morgante e la partecipazione di Maria Bolignano. Scenografia di Francesco Felaco, costumi di Federica Calabrese, disegno luci di Luigi Della Monaca, aiuto regia Sofia Ardito, foto e grafica Francesco Fiengo Studios.
La linea di confine che divide un comportamento etico da uno immorale non ha sempre un andamento lineare ed è in funzione di opportunità e situazioni. Il protagonista Ferruccio, imprenditore del Sud, è orgoglioso della sua moralità. Una sola pecca si riconosce: la passione per Diabolik, che in fondo era un ladro. Una moglie arrivista, una sorella vittima di un shock post traumatico infantile, un figlio bamboccione e un commercialista fin troppo amico completano il quadro della vicenda. Gli equilibri familiari, anche se precari e monotoni, sembrano reggere, ma una visita inaspettata mette in discussione la loro integrità facendo affiorare vecchi scheletri nell’armadio: l’imprenditore deve rispondere di alcuni fondi sospetti transitati, a sua insaputa, su un conto corrente bancario. Incapace di reggere il peso delle accuse e spinto dalla disperazione di chi non ha più nulla da perdere, Ferruccio andrà oltre le aspettative decidendo di fare una follia e liberare il suo lato oscuro. Questo suo nuovo aspetto spregiudicato, ispirato comicamente a film e serie ‘crime’ che invadono tv e streaming, conquista gli abitanti della casa, inconsapevoli vittime del ‘fascino del male’. Un fascino che molte sceneggiature sfruttano e che è frutto di un difetto di fabbrica del genere umano, spesso attratto dai cattivi. E allora così come la generazione di Ferruccio aveva tifato per Diabolik, Lupin, Sandokan, corsari, etc., ora i figli seguono nuovi protagonisti ‘scuri’ usciti da Scarface, Gomorra, Romanzo criminale, Mare fuori… più crudi e violenti, ma conseguenza dello stesso aspetto affascinante nei confronti di uno spettatore. Non è cambiato nulla? Forse!